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Rappresentazione visiva dell'articolo: Bce: tagli a rischio? Lagarde aperta a ogni scenario

Autore: Banca Widiba

Data di pubblicazione: 10 marzo 2025

Bce: tagli a rischio? Lagarde aperta a ogni scenario

Per la sesta riunione consecutiva la Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse, abbassando di ulteriori 25 punti base il tasso di deposito che ora si è fermato al 2,5%. Per la prima volta sono anche stati resi espliciti i voti del consiglio direttivo, facendo sapere che la decisione è stata presa per consensus, nessuno si è opposto, ma il governatore austriaco Robert Holzmann ha preferito astenersi.


Eppure, nonostante la Bce mantenga una politica accomodante da giugno 2024, l’inflazione non è ancora rientrata nel target del 2% e anzi, negli ultimi mesi è anche in lieve risalita. Ormai anche la presidente Christine Lagarde si è arresa al fatto che l'inflazione richiederà più tempo per tornare intorno al target e che sarà necessario adottare un approccio più flessibile. In tal senso, anche considerando l’ondata di incertezze che sta per investire l’Europa, non c’è più certezza sui tagli futuri, le prossime decisioni dipenderanno unicamente dall'andamento dei dati economici, senza seguire alcun sentiero predeterminato.


Cambio di direzione per la Bce

“Se sarà necessaria una pausa, ci sarà una pausa”, ha sottolineato la Lagarde, alimentando speculazioni su una possibile sospensione dei tagli già il mese prossimo. Allo stesso tempo, la porta verso ulteriori tagli dei tassi rimane aperta, anche alla luce del recente rialzo dei rendimenti che comporterà un inasprimento delle condizioni finanziarie.


Anche senza considerare l’inflazione, che secondo la Banca Centrale Europea tornerà in target solo nel 2026, l’Europa si appresta ad affrontare sfide importanti e che non dipendono direttamente da lei. Da una parte ci sono i dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti che sono sempre più vicini e, dall’altra, l’aumento delle spese per il riarmo militare.

In effetti, il meeting della Bce è arrivato all’indomani del maxi piano di riarmo dell’Europa, con la previsione di investire 800miliardi di euro nel settore difesa. Un piano che – escludendo le tematiche etiche - potrebbe sostenere la crescita economica e ridurre la necessità di ulteriori stimoli monetari da parte della Banche Centrale. Tuttavia, guardando all’altro lato della medaglia, un simile piano alimenta anche i rischi di inflazione e ha determinato un vero rally al rialzo dei rendimenti obbligazionari.


Proiezioni in continua trasformazione

In un modo in continuo movimento, dove le incertezze geopolitiche iniziano a farla da padrone, è molto difficile fare proiezioni macro affidabili. Ciò che era valido fino a settimana scorsa, ad esempio, risultata già datato vista la velocità con cui il quadro si sta evolvendo.


Ad oggi, le proiezioni della banca centrale europea, ad esempio, non calcolano il potenziale impatto dei dazi o i piani di aumento della spesa fiscale dell’Unione europea. Probabilmente sarà necessario aspettare fino ad aprile, quando il piano delle tariffe statunitensi sarà meno confuso e avremo più informazioni sul nuovo governo tedesco, per avere un’idea più chiara del futuro del mercato europeo.


Ma quindi, cosa farà la Bce ad aprile? La Lagarde è aperta ad ogni possibilità: se le prospettive di crescita dovessero migliorare ulteriormente, si potrebbe optare per una pausa, la prima dopo sei riunioni. Se invece le tariffe di del presidente Trump vedessero finalmente la luce e i consumatori risultassero particolarmente sfiduciati, allora si potrebbe giustificare un nuovo taglio dei tassi.

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